martedì 5 marzo 2013

Ti odio, tu che compri i miei videogiochi

Etichette: ,

Qualche mese fa mi sono imbattuto in un paio di titoli per PSP veramente pregevoli, due platform di quelli definiti 2,5D, vale a dire: il gioco è in 2D, ma ogni tanto vi è qualche elemento in 3D, di quelli che se siete vecchi filibustieri navigati come me, sulle prime ci rimanete un po' basiti. Tipo che vi spostate sullo sfondo oppure la prospettiva ruota automaticamente per rivelarvi nuove piattaforme, nemici, bonus ecc.
Sì, ok, chi se ne frega? No, non voglio parlarvi di questo (anche se, cacchio, io procedevo in linea orizzontale e a un certo punto BAM! Ruota!), figuriamoci.
I giochi in questione sono Ultimate Ghosts 'n' Goblins (se questo nome non vi dice niente FUORI! SPARITE!) e Prinny: Can I Really Be The Hero?. Dategli un'occhiata, sono veramente ben fatti e divertenti.
E la cosa emozionante, sfavillante, fuori-dal-comune (no, non è uno slogan elettorale) è che sono
dannatamente
incredibilmente
maledettamente
DIFFICILI!

Sì, Prinny, DIFFICILI.

«Ma che oh, te piace esse' sconfitto? Te piace la schermata der continue?» direte voi, magari senza accento farlocco.
E no, non mi piace essere sconfitto e ammazzato a ogni piè sospinto. Ma ultimamente non mi succedeva da tempo di trovare difficoltà nel terminare un gioco, eppure non credo nemmeno di essere 'sto Magodeivideogiochi.
Se non giocate da ieri l'altro, se i vostri primi pad si guardavano intorno spaesati alla parola “ergonomia”, se i vostri eroi erano piuttosto dei mucchietti di quadratini con tre/quattro animazioni, vi ricorderete l'abitudine carinamente retrò che certi titoli del passato avevano di prendere la nostra dignità ed equilibrio e pulircisi il c**o. E non intendevo «pulircisi il Ciao», glorioso moto-trabiccolo dei tempi.
Molte volte io e mio fratello, allo stremo delle forze, quando sbattere i joypad in terra ormai era diventato monotono e anche poco soddisfacente, ci lasciavamo andare a fantasie e speculazioni riguardanti la genesi di tali ordigni d'insoddisfazione di massa.

No perché veramente, siamo seri: alcuni livelli non erano difficili, erano CATTIVI, erano SENZA CUORE, erano TI ODIO, TU CHE COMPRI I MIEI VIDEOGIOCHI.
Tant'è che appunto ci trovavamo a ipotizzare che i titoli di coda non fossero neanche stati previsti, oppure che un programmatore, licenziato in tronco con un «oggi finisci, hahaha!», per vendetta sfruttasse le ultime ore a sua disposizione per infarcire di imbattibilità il titolo a cui stava lavorando.
E quando proprio erano costretti a inserirla, una fine, magari ci mettevano roba tipo «Sì, ok, bravo, hai salvato la principessa, che vuoi, un applauso? Prova la modalità “tu legato contro Chuck Norris” ora. Addio!».
Un esempio su tutti sempre Ghosts 'n' Goblins per Nes, nel quale dopo esservi slogati i polsi e aver maledetto santi e divinità di ogni credo possibile per finirlo, dopo aver dovuto prendere una sorta di scudo lanciabile, lentissimo e goffo ma indispensabile per uccidere l'ultimo nemico, vi veniva comunicato in poche parole (magari pure in inglese inventato, vai) che nulla, tutta 'sta roba non serviva a niente se non lo finivate un'altra volta.
Di seguito.
Da capo, e via! Buon divertimento!

"Progresi rapidi" e Ghost 'n' Goblins non vanno molto d'accordo.


Ultimamente sono arrivato a pensare che ai tempi le software house si approfittassero della scarsità di mezzi a disposizione degli imberbi pionieri della nevrosi videoludica dei tempi, e delle loro paghette faticosamente accumulate.
Dài, diciamoci la verità: niente siti dove potete leggere, anzi, radiografare un videogioco fin nei più intimi dettagli, niente walkthrough/hands-on/let's play/review/preview su YouTube e niente, ammettetelo e ammettiamolo, “copie di sicurezza” (in assoluto l'eufemismo che mi fa più ridere al mondo) per verificare se il gioco giri sul vostro portatile che comunque nell'Età della Pietra, quando lo acquistaste, faceva sempre un figurone tra i cavernicoli.
Macché, roba da fighetti, prima funzionava così: mettevate da parte i soldi per EONI, andavate nel negozio coi vostri genitori che ovviamente sbuffavano e guardavano l'orologio ogni tre secondi, e in pieno panico da acquisto, compravate Ninja Gaiden per il merDaviglioso C64, perché le immagini riportate sulla scatola erano più di quanto avreste mai osato sperare.

Ora io ve lo voglio proprio dire: HA HA HA HA e ancora HA HA HA! Molti di voi faticheranno a crederci, ma una volta giunti a casa, attesi i tempi da conclave necessari al lettore di cassette della suddetta macchina, un'enorme delusione si sarebbe stampata sulle vostre faccette da poppanti videoschizzati: la grafica faceva pena e non c'entrava nulla con quanto avevate visto. Osservando la scatola con una lente d'ingrandimento 16X o, ancor meglio, con un microscopio ionico potevate notare la scritta che vi informava che le immagini erano tratte dalla versione per Amiga 500.



Ma stiamo scherzando?
Ma io mi sento turlupinato! C'è una sovrabbondanza di ira videoludica in me!
E soprattutto DEVO giocare e finire questo gioco lo stesso, dato che non ne avrò altri per mesi e l'ho comprato a Roma (dall'altra parte del mondo, a dieci anni) con quei parenti di cui ignoro il nome, per cui non se ne parla di riportarlo.
Guardacaso Ninja Gaiden per C64 è ancora più difficile, frustrante e soverchiato dai bug della versione da sala giochi, e come ciliegina sulla torta manca anche l'unica mossa – oltre al calcio base – che vi avrebbe forse concesso un bagliore di speranza contro l'infinita orda di nemici che dovrete affrontare, cioè il salto con presa aerea.
Eh già! “Come in sala giochi” un bel paio di pad, qui posso solo tirare due pedate e aspettare che i nemici si posizionino, come sempre, uno dietro e uno davanti e mi facciano a brani.

Per fortuna tante cose sono cambiate, nel frattempo: ho un Pc che comunque a quelli del Precambriano vende un sacco di biglietti per la giostra di schiaffi, cosa che mi ha permesso di giocare a capolavori (anche se… ne parleremo) del calibro di Fallout 3 e Skyrim.
Belli, belli, belli: ma ho l'impressione che si sia andati un po' troppo verso le cosiddette esperienze user-friendly, dette anche bevi-la-pozione-e-cambiati-l'armatura-durante-il-combattimento, dette anche giochi-da-schiappa.
Nella prossima puntata ne parliamo. Tutto mi è venuto in mente mangiando una mela, anzi, trentanove mele…


Spargi il tuo Amore, condividi l'articolo

Post correlati

1 Response to Ti odio, tu che compri i miei videogiochi

5 marzo 2013 alle ore 17:13

Ah ah ah ah!!!
Meraviglioso!

Posta un commento