lunedì 29 luglio 2013

Ben 10 e suo nonno (no, non nella serie)

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Anni fa, lungo la strada per Damasco (o forse nel salotto di casa mia, più probabilmente), un non più tanto giovine uomo rimase folgorato da una serie animata che, nelle sue intenzioni, avrebbe dovuto essere indirizzata a un pubblico di bambini, ma che, in realtà, nascondeva qualcosa di più: Ben 10.
Ok, calmi tutti, fermi con l’indignazione! «Ma è un cartone per ragazzetti» direte voi, e su questo non posso che darvi ragione: lo stile grafico e l’età dei protagonisti possono lasciare basiti, ma in fondo non è la prima volta che un bambino è il protagonista di una serie apprezzabile anche da adulti, basti pensare a Capitan Marvel della DC (Ops! Shazam!). Questo poi vale praticamente solo per la prima stagione, il Ben 10 classico, perché il successo del progetto è in parte dovuto alla sua progressione cronologica à la Harry Potter, in cui i protagonisti crescono di serie in serie.


La trama di Ben 10 è molto semplice e divertente. Invece di parafrasare l'articolo di wikipedia fingendo che sia farina del mio sacco, incollerò direttamente la sinossi e chi si è visto si è visto:  «Benjamin "Ben" Tennyson, un ragazzino di dieci anni, amante delle avventure, dei fumetti e di tutto ciò che è "anormale", si appresta entusiasta, una volta terminata la scuola, a trascorrere una lunga e avventurosa vacanza, in campeggio con il camper del nonno Max; ben presto però il suo entusiasmo scema, scoprendo che la dovrà trascorrere insieme all'odiata cugina Gwen; la scoperta risulta fastidiosa per entrambi, ed è immediata causa di litigi a cui Max cerca di porre fine. Alla fine gli animi si calmano e nonno Max riesce a portarli a visitare una foresta, ma i due cugini rimangono astiosi fra loro, e la cena naturalistica preparata da nonno Max, a base di larve cotte, contribuisce a peggiorare il clima, tanto che Ben se ne va a fare un giro per la selva.
D'un tratto Ben osserva una luce verde precipitare al suolo; vinto dalla curiosità va subito a vedere e all'interno di una sorta di guscio trova un oggetto simile ad un bracciale con annesso orologio, il quale, animato di volontà propria, si attacca immediatamente al braccio di Ben. Ben cerca invano di rimuoverlo e, armeggiando, preme per errore un pulsante che lo trasforma all'istante in un alieno di fuoco (che poi chiamerà "Inferno")».



E qua parte la gara delle citazioni! Infatti il giovane protagonista, non disponendo di un manuale che spieghi come cavolo funzioni quello che lui chiama “l’orologio”, si trova a dover controllare trasformazioni apparentemente casuali, scoprendo spesso per caso le altre capacità dello strumento, come ad esempio quella di poter aggiungere nuovi alieni alla collezione.
A questo punto l’allegra famigliola girerà per l’America combattendo minacce di vario tipo, solitamente di origine aliena, e un po’ alla volta verranno svelati i segreti della famiglia Tennyson e si creeranno le basi per un mondo eterogeneo e in continua evoluzione, con l’aggiunta di rivali (come il fantastico Kevin 11), alleati inaspettati, cospirazioni e momenti d'intimità familiare.
E fino a qua stiamo andando molto sul classico, ma, come potete evincere dal titolo, vorrei attirare la vostra attenzione sul "nonno" di Ben 10. Provate a osservare questa immagine per qualche secondo.


Non vi ricorda niente? Davvero? E se vi scrivo H-E-R-O? Niente? Niente-niente? MALE.
Male perché sto parlando di una delle serie più assurde, ma allo stesso tempo più belle, di sempre della DC comics: Dial H for Hero.
Per i profani, vi faccio un breve riassunto: un ragazzo viene in possesso di un quadrante telefonico (e qui la generazione nata prima degli anni Novanta rischia la lacrimuccia) e, ogni volta che vi digita sopra "HERO", si trasforma in un supereroe diverso.
PUNTO. Di una semplicità unica. Il bello stava in un solo piccolo, ma fondamentale, dettaglio: l'eroe era sempre diverso e solitamente il suo aspetto fisico e i suoi poteri erano in genere totalmente fuori di cocomero. Qui non si sta parlando di vista a raggi X o di volo, ma di gente come King Candy, dotato di armi quali il lazo di liquirizia, le bombe leccalecca e le taffy twists (difficilmente traducibile).



Ben 10, in un gioco di rimandi, ha chiaramente tratto ispirazione da questa serie, ovviamente puntando molto di più sulla fantascienza e sugli alieni e creando un mondo coerente e dinamico che funge da sfondo per un road trip all’americana, le cui tappe sono scandite da una nuova trama avventurosa.
Insomma, qui si sta parlando di un classico che più classico non si può, dove abbiamo tutti gli stereotipi delle serie televisive e supereroistiche americane anni Settanta-Ottanta amalgamate in un prodotto per bambini che comunque ha l’ambizione di voler accompagnare il suo pubblico fino all’età adulta; in poche parole stiamo parlando dell’equivalente fantascientifico, con una strizzata d’occhio ai fumetti americani mainstream, di Harry Potter, con una sola sostanziale differenza: il protagonista non è un eletto o un prescelto, ma un poveraccio che si è trovato in questa situazione per errore, spesso facendo fatica a controllare un orologio che ragiona sempre di testa sua (a qualcuno viene in mente Ralph Super Maxi Eroe?). Personalmente trovo più facile immedesimarmi con un protagonista umano e un po' sfigato, anche se può sembrare una predilezione un po' farlocca.
Haters gonna hate, certo, ma fatevi un favore e accendete la televisione (o il mulo), spegnete il cervello e godetevi quei venti minuti di intrattenimento che, soprattutto con queste calure estive e con queste ferie che ferie non sono “perché tanto si deve stare a casa perché soldi non ce ne sono”, aiutano poi ad apprezzare opere un po’ più da adulti (no, non sto parlando dei film di Russ Meyer).

Per preparare il campo all'articolo di settimana prossima su DIAL H, vi propongo un supermega concorso estivo: descrivete un eroe nella sua interezza (nome in codice, costume, aspetto fisico, poteri) e  i 3 più ficozzi verranno pubblicati sul sito, con un’illustrazione per ognuno di loro creata per l'occasione.

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3 Response to Ben 10 e suo nonno (no, non nella serie)

Lorenzo Vargas
30 luglio 2013 alle ore 00:02

-PER IL CONTEST-


NOME: Dottor Nega



COSTUME: maschera di un viso che fa un'espressione estremamente intensa (tipo Ricardio di Adventure Time, ma ancora più piena di pathos), felice, ma girata a testain giù sul volto. In corrispondenza della bocca di Nega sulla maschera c'è un buchetto per far passare le sigarette. Camice da scienziato nero messo al contrario (schieda davanti e apertura dietro) decorato sulle spalle (quindi davanti) con motivi dorati tipo Etro al centro dei quali sta la croce del chaos con in mezzo al posto del cerchio una N. Ovviamente anche la camicia, che è bianca è al contrario ed al posto della cravatta normale ne ha una fatta di cavi d'acciaio con degli occhi alle estremità. I due cavi della cravatta si muovono per portare informazioni visive al cervello, a cui sono collegate (tipo tentacoli di Doc-hoc, ma lunghi giusto una 30ina di cm ed annodati a cravatta al contrario). I pantaloni sono gonfi e pieni di grosse tasche in cui tiene rigorosamente, due coltelli da caccia, un pacchetto di sigarette, accendino ed una grossa pistola per la (manco tanto) rara occasione che qualcuno sia immmune al suo immenso potere. Stivaloni neri per guadare paludi. Mani nude.



ASPETTO FISICO: asciutto, intorno al metro e settantacinque-ottanta. Carnagione pallido-malaticcia, barba sfatta, viso affilato da lupo. Occhiaie spaventose, labbra sottili, anche se tutto è coperto dalla maschera. Capelli mossi ispidi e sale/pepe, lunghi una ventottina di centimetri che invece di cadere sulle spalle sono sottoposti ad una particolare gravità che porta ogni ciuffo un po' dove gli pare. Occhi verde intenso (diventano violastri e fumanti quando usa il proprio potere). Lunghe mani sottili. Sulla destra ha una cicatrice (brillante di un viola leggero) raffigurante l'effige di Loki. All'altra ha un tirapugni chiodato (vedi la pistola). Ha l'atteggiamento di qualcuno molto nervoso.



POTERE & UN PO' DI BACKGROUND: ha il potere di realizzare l'esatto opposto di ciò che desidera. Tutto comincia a circa 25 anni quando tenta di evocare Loki attraverso una sua insegna che rinviene in degli scavi archeologici in Scandinavia. Appassionato di esoterismo, e convinto che l'insegna sia una sorta di mezzo iniziatico per comunicare col dio, tenta di utilizzarla e straordinariamente (Marvel's Golden Age's Style) ci riesce. Chiede al dio di concedergli, in cambio di 15 dei suoi anni di vita, il potere di poter rendere realtà tutto ciò che desideri. Il Dio lo concede, ma a modo suo, in quanto divinità degli inganni. L'uomo potrà realizzare tutto ciò che vorrà, ma al contrario (ovviamente all'eroe lo tiene nascosto). Al che il sigillo scomparve, lasciando la cicatrice sulla mano dell'uomo ed impedendogli di evocare oltre il dio. Il potere, però attinge ai suoi desideri più profondi, impedendogli quindi di fingere qualcosa che non desidera. Muoiono così i desideri di dominazione mondiale del Dottor Nega, che è in realtà un supercattivo e che si fa comunque, ignaro il bel costume di cui sopra.

Perchè lo metto allora in un contest per eroi?
Perchè ogni volta che il povero Dottor Nega tenta di rapinare la Federal Reserve, di far esplodere Metropolis, di impalare Batman, di farsi un comodino con Thor ed un magnifico pouf con la pelle di Hulk, forte della quasi-onnipotenza garantitagli da Loki, inesplicabilmente per sé stesso finisce a dare vita con successo ad un commisurato atto positivo.

Il colpo di grazia arriva quando all'ennesimo gigantesco atto di involontario eroismo, il più importante gruppo di supereroi esistente lo chiama per entrare in un posto di comando nei propri ranghi.
La frustrazione è tale che il Dottor Nega tenta di uccidersi.
Ne è uscito con 12 chili di muscoli in più e quel brutto problema di stomaco risolto per sempre.


E questo è quanto, spero di essere stato esaustivo, mi piacerebbe veder Nega disegnato come si deve *__*

Nicola Santagostino
30 luglio 2013 alle ore 15:47

Lorenzo, personaggio interessante (speriamo che il disegnatore sappia renderlo), ma due domandine: 1- che vuol dire motivi dorati tipo Etro? 2- Che poteri ha?

Lorenzo Vargas
30 luglio 2013 alle ore 16:19

1- Etro è uno stilista italiano che ha molto utilizzato un motivo chiamato paisley ( http://en.wikipedia.org/wiki/Paisley_%28design%29 ) e che poi è diventato talmente caratterizzante da rendere il nome dello stilista un sinonimo della decorazione.

2- Ripeto, perchè in effetti non sono stato chiarissimo. Sarebbe un misto tra il potere di domino, scarlet (la figlia di magneto) e superman, che risulta in una situazione di quasi-invincibilità. Ha però il downside che funziona all'inverso delle intenzioni:
Es.: utilizzo il mio potere per aiutare il supercattivo Tignus il terribile a sconfiggere la Justice League? Finisce ad avere superpotere (piuttosto variegato, da superforza, a rigenerazione, energia, laser, quello che capita, ma soprattutto ciò che serve per portare a termine la propria intenzione) e possibilità che però finisce ad usare per sconfiggere Tignus e salvare la JL. Oppure;
Voglio avvelenare una persona con un filtro versato in una pietanza? Il potere da una suprema capacità chimica che permette di sintetizzare qualsiasi cosa, ma che finisce per creare una pozione che cura la gastrite.
In breve, ogni volta che il suo potere gli fornisce capacità (variabili e relativamente random) per compiere ciò che lui vuole sia male (perchè è cattivo) il potere stesso gli dona capacità ottimizzate per fare il bene e ne influenza le azioni per arrivare all'esatta opposta intenzione che aveva in mente. Quindi finisce a fare del bene.
Il tutto però in modo che l'accaduto non paia spiegabile a Nega. Lui è quindi convintissimo di essere un supervillain.
Più che un potere è una maledizione a presa per il sedere gatling.

Spero di essere stato chiaro XD

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