giovedì 30 maggio 2013

Un D&D a Mo(n)do mio - Druidi e religione di Casadu

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Eccoci alla terza parte: oggi partiamo descrivendo i druidi che, diciamolo subito, sono rimasti un po' sul classico e richiedono poche righe. La vera sorpresa arriva sotto.


I druidi hanno una storia complicata legata alla loro particolare filosofia di vita; la fede druidica è stata per molti secoli una fede parallela a quella dei pantheon classici, più vicina al mondo naturale che a quello del divino. Nel continente di Bihar la Vecchia Fede venne assimilata dagli dèi della natura, rimanendo all'interno della religione ufficiale come un culto misterico e perdendo la sua influenza sulla popolazione. Fu dopo la Guerra Divina che i druidi tornarono in auge, non avendo perso i loro poteri, e nell'arco di un paio di secoli si staccarono di nuovo dai pantheon per rifondare il proprio ordine, composto da Circoli organizzati intorno ai vecchi cerchi di dolmen e menhir costruiti sulle potenti linee geomantiche del mondo.

Nelle terre di Casadu i druidi non sono mai stati assimilati ai sacerdoti, essendo considerati intercambiabili con essi. La differenza tra sacerdoti e druidi in Casadu consiste solo nel diverso approccio con gli spiriti: i primi si preoccupano della ritualistica quotidiana e della trasmissione della saggezza, i secondi invece si isolano dalla comunità e vivono un approccio più vicino al mondo della natura.



Archetipi consigliati
Gli archetipi consigliati non vogliono certo limitare la scelta del giocatore, servono solo ad indicare le varianti della classe più comuni nel continente di riferimento.

Archetipi consigliati a Casadu: Ape Shaman, Bat Shaman, Jungle Druid, Lion Shaman, Saurian shaman, Serpent Shaman.


E dato che oggi abbiamo parlato di Casadu, il continente simil-africano della mia ambientazione, mi sembra giusto quantomeno narrarvi della sua religione.


Casadu



Il continente di Casadu, che risiede a sud di Bihar, è una terra ricca di natura selvaggia ancora tutta da esplorare. Abitate da uomini dalla pelle nera, chiamati mawi, e tormentate dagli Mb'Ui, iene su due zampe, le terre di Casadu vengono viste spesso come una landa primitiva povera di cultura, ma non è così. La civiltà dei mawi è ricca di magia e tra la loro gente si possono trovare tutti i generi di incantatori che si trovano in altri luoghi, i loro guerrieri sono abili con le armi tanto quanto quelli di qualsiasi altro continente e la loro fede, più vicina allo spirito stesso della natura, non ha subito crisi di sorta dopo la guerra divina.

La religione dei Mawi

In primo luogo, al centro di tutte le religioni Mawi vi è la credenza in un Dio unico; la figura di 

questo Dio Creatore è simile in tutte le religioni di Casadu: dopo aver creato il mondo se ne è disinteressato e interferisce raramente con le vicende degli uomini. Pur essendo garante dell'ordine stabilito delle cose, non vi partecipa più e rimane quindi al di fuori della relazione con gli uomini. L'Essere Supremo è raramente oggetto di venerazione e di culto. Ad esempio, il Dio del popolo Ikuyu, chiamato Nogai, si è ritirato in cima al monte Yaken e non partecipa più alle vicissitudini delle sue creature. Tuttavia, gli Ikuyu pregano sempre rivolgendo il volto verso la montagna in segno di rispetto.

Il Dio creatore è allo stesso tempo buono e cattivo: incute timore perché i suoi rari interventi possono essere violenti, ma la gente gli è anche grata per la sua generosità.
La figura dell'Essere Supremo è l'entità più importante di una serie molto numerosa di esseri spirituali. Essi agiscono da mediatori tra l'Essere Supremo e gli uomini. Nelle religioni mawi i vari spiriti sono diventati più importanti dell'Essere Supremo, che è sentito come troppo lontano. È a loro che gli uomini si rivolgono per vedere esaudite le loro richieste. Gli spiriti si distinguono in spiriti di origine non umana e spiriti un tempo mortali.
Gli spiriti di origine non umana sono a volte collegati con determinati luoghi naturali, ad esempio lo spirito del bosco o lo spirito del mare. Gli spiriti della natura spesso non hanno una personalità ben definita, sono i guardiani del territorio dove vive una determinata popolazione e con la quale instaurano delle complesse relazioni sociali. 
Altri spiriti invece sono identificati con fenomeni naturali, come lo spirito del tuono, lo spirito del vento, della tempesta, della pioggia e così via. Tutte queste entità spirituali possono essere benefiche o malefiche o addirittura possedere una natura ambivalente. A volte sono amichevoli e ben disposti nei confronti degli uomini, altre volte possono essere molto ostili. Alcuni intervengono raramente, altri sono sempre presenti nella vita di tutti i giorni, alcuni si spostano facilmente mentre altri sono sedentari. 
Tutte queste entità spirituali si dispongono lungo una scala gerarchica per ordine di importanza, e la loro posizione codifica i rapporti tra di loro e tra loro e gli uomini. 
Alcuni di questi spiriti entrano in relazione con gli uomini attraverso la trance o la possessione. A volte esistono delle vere e proprie famiglie di spiriti che periodicamente possiedono una persona e le indicano in che modo agire per il bene del clan o della comunità intera. Si tratta ad esempio degli spiriti Ori tra gli hasasa del Regin o dei Kasimba tra gli elaz dell'Ireos. 

Alla categoria degli spiriti ancestrali appartengono invece gli antenati. La morte non trasforma automaticamente un parente in un antenato, ma sono necessari dei rituali accurati che in un certo senso accompagnano la persona deceduta nell'aldilà e gli permettono di acquisire la nuova essenza spirituale. In tutte le società Mawi, il legame tra i vivi e i morti è molto forte: i defunti devono essere sempre tenuti in considerazione e appagati con offerte di vario genere. Essi mantengono saldamente le loro posizioni all'interno della struttura familiare e nulla incute maggior timore che il suscitare la loro ira. Gli antenati costituiscono la relazione più immediata con il mondo spirituale, sono in grado di garantire la prosperità, la salute e la fecondità ai loro discendenti. 

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2 Response to Un D&D a Mo(n)do mio - Druidi e religione di Casadu

Francesco Mele
30 maggio 2013 alle ore 19:22

Sono sempre più convinto che voi dobbiate registrare le partite che farete in questa campagna, romanzarle un pò e inserirle in una nuova sezione di questo blog.
Se necessario potrei fare dei rituali per spingervi a cominciare il prima possibile. Tipo posso appendermi ad un albero per otto giorni come fece Odino per acquisire parte dei suoi poteri. Insomma ditemi voi.

Nicola Santagostino
30 maggio 2013 alle ore 21:30

Caro Francesco, grazie per i complimenti, purtroppo non esiste un tavolo per questa ambientazione, ma se vuoi puoi prendere il materiale che trovi ed iniziarne uno te ;) Per ora è opensource

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