lunedì 20 maggio 2013

La Caduta di un mito (sì, parliamo di Constantine)

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John Constantine, fin dalle sue origini in Swamp Thing, è sempre stato un personaggio che ha affascinato milioni di lettori, diventando in pochi anni con la sua serie Hellblazer una delle colonne portanti dell’universo Vertigo. Il suo inossidabile trench color khaki, la sigaretta immancabilmente accesa e la battuta sempre pronta sono state per molti lustri i sinonimi di uno dei protagonisti più amati del fumetto.
Ho usato il passato prossimo non a caso; purtroppo gli anni si fanno sentire e, con la fusione di tutti i mondi della DC in un unico universo, il John Constantine che conoscevamo è morto e stecchito, sostituito da un ultracopro (nessun refuso, intendo proprio "copro"; cercate su internet).  
Il nostro mago preferito era un fumatore accanito, un tossico, un alcolista, un bastardo che non si preoccupava di manipolare le persone per ottenere quello che vuole, ma, soprattutto, era uno dei più grandi maghi moderni. E, come spesso ripeteva, i grandi maghi la magia la usano raramente.
Nelle storie più belle, gli incantesimi sono assai rari e, quei pochi che sappiamo essere usati, non sono accompagnati da effetti speciali, rimanendo spesso invisibili all'occhio non allenato. Insomma, niente palle di fuoco per capirci, e questo forse era l'aspetto più apprezzato del personaggio: un incantatore che poco ha a che fare con l’immagine classica a cui molti erano abituati nei comics – pensiamo al Doctor Strange – che affronta demoni e dèi armato solo del suo cinismo e di un pacchetto o due di Silk Cut, manipolando la realtà più con la sua dialettica che con fuochi d'artificio.
Poi la DC decide di chiudere Vertigo e Wildstorm e di unire tutte le loro serie al mondo canonico, piazzando il suddetto ultracropo in due nuovi albi regolari: Justice League Dark (e già solo per il nome mi viene da vomitare) e Constantine.
Su Justice League Dark non c’è molto da dire: un team di supereroi con superpoteri occulti, praticamente la stessa (fallimentare) operazione di ShadowPact, con il solo piccolo difetto che a guidarli abbiamo un tizio biondo inglese che mai accetterebbe di essere il leader di un gruppo di qualsiasi genere. Ma, ancor peggio, che usa. La. Magia. Sempre. Continuamente.

Un bell'hadoken pentacolare è il modo migliore per passare inosservati.
Sì, signori, avete capito bene, il Constantine post reboot è un super eroe mistico! Certo, continua a fare battutine, continua a  manipolare le persone e a truffare un po’ a destra e a sinistra, ma alla fine dei giochi vederlo alla guida di un gruppo composto da Zatanna, Deadman, Madame Xanadu, Black Orchid e Frankenstein (altro personaggio rovinato totalmente) mentre scova artefatti e combatte Caino, il re dei vampiri, condendo le sue avventure con copiose dosi di raggi mistici di luce sparati dalle dita, no, non è la stessa cosa.

Ricordiamo che il buon mago di Liverpool aveva già affrontato Caino, anche in quel caso vampiro, e lo aveva fregato con uno stratagemma che non prevedeva laser occulti ed esplosioni magiche. Contantine è uno che è riuscito a farsi togliere un tumore ai polmoni incasinando le politiche dell’Inferno per sempre, che ha rovinato l’avvento del Messia inquinando la sua futura madre con il suo seme infettato di sangue demoniaco, che ha strappato le ali all'arcangelo Gabriele soltanto per pararsi il culo e tante, tante altre cosine carine, spesso commesse sacrificando qualcosa di caro o facendosi nemici più potenti di quelli che stava cercando di truffare.

Il demone che ha ricevuto il gesto del dito dell'amicizia non l'ha presa molto bene.
E ora? Ora abbiamo un maghetto a cui manca giusto il cappellino a punta, uno sparapiselli magico che ha perso tutto quel gusto per l'iconoclastia blasfema che tanto piaceva ai noi lettori.
Alcuni di voi, chiaramente nella fase di negazione del lutto, diranno che è lo stesso John di sempre, ma credetemi, non è così; senza tutto il contorno dell’universo Vertigo, senza la gestione dei piani metafisici e della entità tipiche di quella collana, Constantine perde di significato e di valore.
Immaginate Preacher di Garth  Ennis ambientato nell’universo Marvel, con tutte le censure del caso e con tutta la mitologia di quel mondo supereroistico: ve lo vedete il Santo degli Assassini sparare a Eternità o a Galactus? Immaginereste il nostro reverendo chiacchierare con Mephisto o Cassidy scontrarsi con Blade? Ecco, è la stessa identica cosa:  pur essendo un po’ più legata al mondo canonico di Terra 1, la Vertigo se ne fregava di seguire tutte le regole di cosmologia e di etica; gli angeli erano diversi, il diavolo era diverso, dio stesso era diverso e anche se ogni tanto c’era qualche contaminazione, si poteva tranquillamente pensare che fossero due terre parallele.
Non solo questa gradevole discrepanza è stata spazzata via, ma anche alcune caratteristiche importanti per inquadrare JC e il suo universo interiore. Per rendere il personaggio più fumettoso e digeribile, si è deciso di cambiare anche il suo passato: sparita la storia di Newcastle, sparita la triste fine della povera Astra, spariti i turbolenti rapporti familiari e gli amici di vecchia data; tutto il suo background tragico è stato sostituito da un insipido mentore che ha insegnato a John i trucchi del mestiere, Nick Necro (!!!), un mago americano che ha fatto da maestro a John prima che lui gli fregasse la ragazza.

La classica atmosfera da albo di Hellblazer, vero?
Ma se proprio vogliamo proseguire, possiamo anche ricordare come siano spariti i cavalieri dell’Apocalisse in Trench (sob).
Come in Justice League Dark sia riapparso il caro Tim Hunter dei Books of Magic, diventato inspiegabilmente il discendente di una setta di incantatori che vengono da un altro mondo (sì, anche suo padre è un mago; non è più un ciccione senza un braccio), che il povero John ha dovuto aiutare nella ricerca dei Books of Magic, artefatti tecnologici in grado di spostare i suoi possessori tra le dimensioni (sigh).


Come il nostro mago preferito abbia collaborato con Steve Trevor e l’agenzia governativa che si occupa di magia (risigh).
Come adesso tutta la Justice League Dark risieda nella nuova casa di John: la House of Mystery (strasigh).
Le parole si sprecherebbero e potrei continuare per ore, ma credo che questo basti per capire una cosa: il personaggio di John Constantine ha avuto un solo difetto nella sua vita editoriale: essere di successo. E così, dopo quella boiata di film che non ricordava per niente le atmosfere del fumetto, ora tocca sorbirci questo, una vera e propria violenza sul personaggio che purtroppo continuerà a vendere, solo perché ha un nome che è diventato di moda quindici anni troppo tardi.

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2 Response to La Caduta di un mito (sì, parliamo di Constantine)

Sax
20 maggio 2013 alle ore 16:58

Sono amareggiato.. mi piaceva la descrizione di Constantine in cui si diceva: bazzica da talmente tanto tempo tra magia e inganni che ormai per lui sono la stessa cosa. Il politically correct ormai rovina tutto e tutti. Non l'ho mai letto più di tanto (a parte le storie di Ennis) ma quando vedevo un trench pensavo a lui con affetto. manca solo che ritirano fuori gli Eterni di Gaiman trasformandoli nella Eternal league e il sacrilegio è completo. Amarezza.

Lokeebot
20 maggio 2013 alle ore 18:31

Non so Seint83 quanto ami il personaggio, ma io ho un rapporto quasi morboso con JC; è esattamente tutto quello che cerco in un protagonista di una storia. Ho provato a leggere il primo numero di Constantine ma niente, è una roba per me insostenibile.
Per quanto riguarda la Eternal League, non ne parli in giro, che si vocifera di un ritorno in grande stile degli Eterni e se il buon giorno si vede dal mattino...

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