mercoledì 3 aprile 2013

Repetita Iuvant? - Jungle Speed

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Innanzitutto spieghiamo perché nel titolo si mettono in dubbio le massime datate centinaia d’anni: perché possiamo innanzitutto, e poi perché non abbiamo niente di meglio da fare. Questo e il fatto che ci serviva trovare un modo carino per indicare una rubrica che tratterà la longevità dei Giochi da Tavolo (GdT). 
Vi avevo convinto di più all’inizio, vero?
In questo appuntamento sporadico prenderemo un GdT, ne faremo una breve introduzione semplice semplice, senza tanto stare a parlar di regole che se poi uno è ispirato se le può guardare con tutta calma (magari anche con la confezione davanti), e infine ne daremo un giudizio a ogni tot partite giocate.
I punti di riferimento che prenderemo saranno la prima, la seconda, la quinta, la decima, la cinquantesima e la centesima partita, decise in maniera fortemente casuale, tuttavia in grado di fornire un’indicazione sulla longevità del gioco, reale o percepita che sia.
Sì, perché ovviamente come sempre vi beccate il mio giudizio arbitrario, nonché assolutamente soggettivo e dipenderà in parte dai miei gusti, in parte da come mi sono svegliato quella specifica mattina.

A volte mi chiedo perché continuiate a leggermi…

Deo, guarda che non ti legge nessuno.

Ah, perfetto, ora torna tutto!


Oggi abbiamo con noi un ospite illustre, conosciuto in tutto il mondo, probabilmente anche con nomi diversi. Sì, perché dovete sapere che Jungle Speed, questo il nome più accreditato, ha avuto nel corso degli anni più produttori e distributori che regole all’interno del manuale d’istruzioni. 
La reazione quando si mostra a qualcuno il sacchettino contenente totem e carte per la prima volta è sempre estremamente similare: bocca storta, sopracciglio rialzato, sguardo assai poco convinto. 
Il segreto consiste nel far sedere il malfidente, piazzare il totem di legno al centro del tavolo, mettergli un mazzetto di carte davanti e spiegargli l’unica regola che gli serve davvero: «a turno si gira la prima carta del mazzo, quando due o più giocatori hanno davanti a loro un simbolo di forma uguale, vince la sfida chi prende per primo il totem». 
Vi vedo, sapete, voialtri che ancora non lo avete provato, col sopracciglio rialzato e il sorriso beffardo. Giocare per credere: non ve ne pentirete.



Prima Partita


Non conosco anima viva che non sia rimasta contagiata dal gioco alla prima partita. Se accade siete di fronte a persone grigie, tristi e sole che combattono con tutte le loro forze per rimanere tali.
Party game per eccellenza, riuscirete a far rimanere seduti al tavolo in preda a una genuina follia ludicamente sana le più svariate categorie di insospettabili giocatori: l’amico bacchettone, la fidanzata allergica al concetto di “gioco”, il fratello di sei anni, la nonna di ottanta (forse non propriamente in corsa per la vittoria, ma le risate sue e altrui sono assicurate), il tizio del tavolo accanto incuriosito dalle vostre urla se siete in un locale pubblico, l’idraulico/elettricista/amante-di-vostra-moglie-rinchiuso-nell’armadio se siete a casa.
Ognuna di queste persone vi chiederà di fare una seconda partita, è fisiologico. O perché rosica sostenendo di non aver capito bene le regole la prima volta, o più spesso accusandovi di non avergliele spiegate per bene; oppure perché si sono buttati via dalle risate e non possono più farne a meno; o ancora per sfortuna, allineamento anomalo di pianeti, gatti lasciati sul fuoco, gomiti che fanno contatto con le ginocchia e chi più ne ha più ne metta.
Se siete a casa sinceratevi di uccidere l’amante di vostra moglie a partita terminata. O la moglie. O tutti e due, a seconda di quanto siete gelosi.

Seconda Partita


La state facendo quasi sicuramente dopo la prima, oppure state salutando il vostro grigio amico che penserà al modo più doloroso per terminare la sua vita nel tragitto verso casa. Anche se siete a casa sua. Prendiamo in analisi la prima ipotesi.
Non sottovalutate chi ha perso miseramente alla prima partita: effettivamente serve da tutorial e ci possono essere state delle piccole incomprensioni. Anche perché vi ricordo che conviene giocare subito, con un’infarinatura molto sommaria, per poi scoprire i pochi dettagli man mano che ci si diverte. Spessissimo vince un insospettabile, vittima della poca chiarezza caratteristica della prima partita. A questo punto, tempo e impegni permettendo, c’è un’altissima possibilità che venga chiesta a gran voce una rivincita immediata.
Preparatevi: di solito serate nate così, finiscono alla stessa maniera.



Quinta Partita


Non è escluso che avvenga nella stessa giornata della prima. Se è così state trascorrendo una giornata divertente e ciò è bene. Anche se non è così il divertimento vi accompagnerà con tutta probabilità ugualmente. La magia delle prime partite tende ad affievolirsi man mano che si imparano a memoria i simboli con esattezza. D’altro canto il colpo d’occhio necessario a distinguerli in velocità non renderà affatto facile la cosa, conferendo grande longevità al gioco. Grado di divertimento ancora molto, molto elevato.

Decima Partita


Ci si comincia a specializzare. C’è chi sviluppa un sesto senso per il simbolo con le frecce verso l’interno, come il sottoscritto, chi prende il totem a prescindere in seguito a un simbolo colorato con tante carte scoperte di diversi colori al tavolo, chi fa un movimento verticale con la mano, chi orizzontale, chi va di potenza, chi si ritrae subito ecc…
Ero ancora ben distante dall’annoiarmi del gioco: aver puntato sui riflessi è stata una mossa saggia da parte dei game designer, garantisce un’assicurata potenziale ripetizione dell’esperienza di gioco.

Cinquantesima Partita


No, non me ne sono ancora annoiato. Io sono probabilmente un caso limite, ho portato spesso in giro il totem per dimostrazioni, rompere il ghiaccio con nuove amicizie o rompere dita con vecchie amicizie. Ma l’entusiasmo con cui i nuovi giocatori si buttano nella partita è un portentoso motore che spinge da anni la macchina Jungle Speed.
Ecco, questo sì: suggerisco di giocarci il più possibile con persone nuove. Non necessariamente estranei al gioco, magari anche conoscitori del prodotto ma non presenze abituali al vostro tavolo. Lungi dall’essere necessario, ma aiuta a dare un pizzico di variabilità in più.

Centesima Partita


Uno dei pochissimi giochi per i quali questa partita non dovrà essere una proiezione, bensì un’esperienza passata di cui posso parlare consapevolmente. Nonostante suddetto traguardo sia stato tagliato ormai anni fa, ogni volta che tiro fuori il mio sacchettino con totem e carte io mi diverto ancora a ogni singola partita.
Sì, ormai è più il gusto di una risata in compagnia che la passione per quello sparuto regolamento di dieci righe. Però non sono molte le ludiche scatole colorate che una volta aperte garantiscono un simile risultato.
Ora mi rimane una variante da provare, una pensata geniale nella quale mi sono imbattuto cercando immagini e video del gioco su internet.


Andate con serenità a 0:44 per visualizzare la modalità hardcore 

Bloggare mi fa male, è innegabile. Ma quando realizzerò questa cosa mi farà ancora più male, sono pronto a scommetterci…




Deo Divvi, non pago di bloggare a vanvera, è anche impegnato in 2 progetti largamente attinenti al mondo del fantastico: un serial book fantasy dal nome "Il Cubo di Enascentia" e Thy Shirt, un sito di magliette nerd.

Collabora inoltre con Cultura Ibrida, il blog della casa editrice Lettere Animate

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1 Response to Repetita Iuvant? - Jungle Speed

sno
8 aprile 2013 alle ore 14:59

ottima idea quella di recensire la longevità dei giochi da tavolo.
la citazione di servi della gleba, poi è la cigliegina sulla torta.
(anche se mi pare che il gomito facesse contatto con il piede)

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