martedì 15 gennaio 2013

Un'indagine socio-antropologica nel mondo dei Giocatori Schiappa - Parte Terza

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L'Iracondo


Caratteristiche macro e meso sociali

  • A suo dire tutte le persone lo guardano male, per motivi a quanto pare noti soltanto a lui. Le sue reazioni paranoiche sono spesso poco composte, per non dire inspiegabilmente violente. Un Iracondo è capace di ficcare un cieco nel cestello della lavatrice perché lo "indicava sprezzante con il suo bastone da presuntoso stronzetto diversamente abile".
  • I suoi apparati elettronici non rimangono quasi mai integri per tutta la durata della garanzia. Di sette giorni. Si calcola che un Iracondo su due abbia subìto una lavanda gastrica per eccessiva ingestione di silicio, causata dalla quantità di cellulari mangiati per un moto spontaneo di rabbia.
  • Soffre del famigerato "complesso di Pappalardo", un comportamento morboso in cui la sua immagine interiore di forte e vigoroso maschio alfa va a scontrarsi con il suo fisico da sollevatore di panini imbottiti e con la sua dialettica da rifugiato appena sbarcato col gommone. Per compensare, urla come un beduino a cui hanno fregato i cammelli, ha un vocabolario di insulti sconfinato e tende a reagire aggressivamente a qualsiasi stimolo esterno. Il risultato è che nel migliore dei casi finisce su YouTube, nel peggiore qualcuno lo pesta e poi lo vende come schiavo sessuale nel mercato nero di Bangkok.


Un perfetto prototipo di Iracondo. Sconsigliata la visione a chi sia facilmente impressionabile dalle profanità. 


Dinamiche di azione nella fattispecie ruolistica

  • Si siede al tavolo rosso in volto, le vene del collo grosse come tubi di stufa, le labbra che serrate trattengono a stento una bestemmia che vetrificherebbe una cattedrale, gli occhi allucinati e iniettati di sangue. Poggia rumorosamente sul tavolo dadi, manuali, matite, schede, miniature, cellulari, portafogli, carta millimetrata, tessere sanitarie, dichiarazioni dei redditi, manuali di meditazione trascendentale od ogni altro possibile effetto personale in suo possesso, fin quando qualcuno non avrà l'ardire di chiedergli cosa ci sia che non vada. In genere la sua risposta standard è un laconico "fatticazzituaporcodì", ma non è impossibile che possa formulare una frase più spiacevolmente creativa.
  • Nei momenti critici della campagna, vien da sé, l'Iracondo perde completamente la testa. Inizia a sacramentare alzando le braccia al cielo, schiaffeggia il suo vicino di posto, piange ricordando la merda che ha ingoiato per tutti noi quando era in Vietnam (Paese che faticherebbe a indicare anche nella cartina del, be', Vietnam), ride isterico indicando gli astanti con piglio giustizialista, prende a pugni il sofà, brucia qualche libro invocando il Demonio e poi esce di casa sbattendo la porta. Spesso torna sorridente dopo dieci minuti, masticando una gomma alla nicotina, come se non fosse successo niente.
  • Alla spartizione del bottino non è mai soddisfatto del risultato e, di conseguenza, dà di matto come sopra. La differenza è che in genere non torna più, preso com'è dallo scrivere un lungo post sul suo blog in cui spiega con dovizia di particolari come abbia conosciuto in senso biblico le madri dei presenti, spesso indugiando in particolari anatomici sconosciuti alla gente comune.
  • Nonostante chiunque si aspetterebbe che impersoni un berserker o un selvaggio privo di qualsiasi forma di raziocinio, l'Iracondo ha l'insospettabile feticcio per i ruoli complessi e intellettualmente stimolanti. Con il risultato che nel suo turno di combattimento, al primo punto ferita perso, vedrete un colto e misurato mago di corte aggredire schiumante di rabbia un drago nero con una forchetta da arrosto.



Criticità relazionali in contesto da tavolo

  • Master e giocatori, per quanto accomodanti e diplomatici possano dimostrarsi, non possono mai ritenersi al sicuro dalla furia irrazionale e sanguinaria dell'Iracondo, capace di manifestarsi a ogni pur minimo e innocuo input esterno. Può darsi che qualcuno, all'ennesimo insulto alle virtù di consanguinei di sesso femminile o al proprio supposto orientamento sessuale, decida di pagare un professionista russo per sistemare la cosa una volta per tutte. Poverino. Il professionista, s'intende, ché darci dentro con la fiamma ossidrica sui testicoli di una vittima che ti dà di "comunista servo della gleba ciucciavodka" è svilente.
  • Se malauguratamente nella sessione è presente anche un Polemico, l'unica speranza è di cadere collettivamente in stato catatonico, risvegliandosi soltanto quando la castrazione chimica è diventata una pratica medica comune passata dalla mutua.


Chiavi interpretative e prassi attuative per la risoluzione del conflitto

  • Per ora non vi è un metodo sicuro per arginare un Iracondo, seppure negli Stati Uniti si stia già studiando un sistema per convertire la sua rabbia in energia pulita. Si pensa che con un semplice "Non mi piaci", l'Iracondo produca un Terajoule soltanto con la vibrazione delle gonadi.

Prima Parte
Seconda Parte

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1 Response to Un'indagine socio-antropologica nel mondo dei Giocatori Schiappa - Parte Terza

29 gennaio 2013 alle ore 19:47

Sono una fusione fra l'iracondo e il polemico.
Quando sono "normale" odio quelli come me.
Appena mi "trasformo" sarei in grado di prendere a parole un muro solo perchè sta su e potrei anche provare a buttare giù una casa prendendo a pallonate il suo muro portante.
Con un supertele s'intende.
Sì c'ho provato.

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