mercoledì 28 novembre 2012

La Space Opera turca che non ti aspettavi

Etichette: ,

Succede che il martedì sera una persona si annoi, no?, e si chieda cosa possa fare. Un normodotato nel pieno delle proprie facoltà mentali uscirebbe per prendersi una birra in un pub o, che ne so, leggerebbe un bel libro. Potrebbe anche guardarsi un film, ma in questo caso non tenterebbe di sorbirsi una pellicola turca sottotitolata, considerata una delle opere di fantascienza più brutte della storia del cinematografo.
Un normodotato, abbiamo detto. Io tutt'ora mangio i pastelli a cera se non mi vengono nascosti, perciò è quasi scontato che abbia avuto il coraggio di guardarmi Dünyayi Kurtaran Adam'in Oglu, senza per giunta chiedermi che diavolo abbia sbagliato nella mia vita.




Per contestualizzare le vicende ambientate nel 2055, la narrazione si apre con un breve elenco dei momenti cruciali nella millenaria storia turca, dalla presa di Costantinopoli per mano di Maometto il Conquistatore alla rivoluzione novecentesca di Atatürk, senza ovviamente dimenticare l'evento recente più importante per la Nazione.

La Coppa Uefa vinta dal Galatasaray nel 2000. Oh, giuro che non me lo sto inventando.

Dopo essere riusciti nell'impresa di alzare una prestigiosa coppa con un manipolo di nani incazzosi, per i fieri turchi non rimane che conquistare la Galassia. Karpal, senza praticamente alcuna preparazione, viene scelto dal suo Governo come capitano della prima nave interstellare anatolica, concedendogli l'onore di portare in alto il nome del proprio Paese, là dove nessun kebab è mai stato preparato senza cipolle e con tanta salsa piccante.

Il fiero Karpal alla guida dell'astronave. Notare il sobrio volante cromato da imperatore ottomano degli autotrasporti.

L'ex tassista di Ankhara ripaga la fiducia in lui riposta perdendo dopo cinque minuti il suo vice Gökmen nello spazio e sprecando i successivi otto anni alla sua disperata ricerca. E per farlo mica utilizza sofisticati strumenti di triangolazione o sensori laser, no, piuttosto piagnucola costantemente in un megafono sperando che qualcuno gli risponda. Quando un'anima illuminata ammonì che "nello spazio nessuno può sentirti urlare", evidentemente lui era in bagno a levarsi i peli del naso.
La capitale ovviamente non è contenta del fallimento di Karpal e si trova costretta a tagliare i fondi al progetto spaziale, ritenuto ormai una costosa perdita di tempo. Il capitano però non si scoraggia e continua nella sua cruciale missione di salvataggio, conscio di avere dalla sua parte un equipaggio fedele e pronto a ogni sacrificio pur di raggiungere l'obiettivo.

Credici.

La ciurma ha purtroppo perso qualsiasi motivazione: non viene pagata da tre mesi, non tocca il suolo terrestre da anni e le telefonate extragalattiche francamente hanno un costo che non ci si crede.
Ed è un peccato, perché si tratta della crème de la crème del progetto aerospaziale del Paese, donne e uomini dotate di grandissimo senso di responsabilità…

«Un asteroide sta per impattare sullo scafo della nave? Estica', appena finisce la gara di cavalli ci pensiamo.»

… e una preparazione tecnica di assoluta eccellenza.

Un metodo a quanto pare infallibile per scegliere il comando di accensione degli scudi.

Se l'inadeguatezza della compagnia non fosse già un pericolo sufficientemente mortale per l'Universo, ci viene mostrata la vera nemesi del film, il Grande Signore Uga. Egli, già piuttosto influente in certi salotti democristiani del nord Italia, non si accontenta del potere, no, vuole addirittura stritolare l'Esistente in un morsa di dolore e paura. Niente fermerà la sua poderosa macchina di terrore, niente.

Nemmeno un bravo estetista.

Il suo primo obiettivo, guarda tu il caso certe volte, è la Terra, che lo ha sempre scherzato per le maniere sgraziate e per quella barba da Mandarino della Garbatella. Non solo: la distruzione dell'odiato pianeta sarà vendetta sufficiente contro l'Uomo che ha salvato il Mondo, l'unica creatura che è stata in grado di sconfiggerlo e umiliarlo in singolar tenzone.

E questo nonostante sia Nino D'Angelo e vada in giro a fare mossette molto daniel-san.

E questo nonostante Uga gli abbia già rapito per dispetto il figlio Zaldabar molti anni prima, per crescerlo come suo.

A guardare il taglio di capelli da cantante dei Dari del figlio adottivo,  temo gli abbia fatto un piacere.

La scena poi passa nelle sale dell'Unione Orinea, dove il re Dogibus IV chiede per la centordicesima volta di  poter entrare con Lunatica nella Comunità della Cintura. L'assemblea lo prende a pernacchie, ché l'economia del pianeta ristagna, non hanno garanzie bancarie sufficienti e il suo popolo pare formato da soli gretti pastorelli del basso Lazio. Si sente puzza di critica alle politiche mitteleuropee, chissà perché.
Poi, incalza il presidente dell'Unione, Lunatica ha problemi interni con un fronte rivoluzionario, capeggiato a quanto pare da un tale Gökmen. Stupore.

Ogni riferimento a un certo consiglio di un certo film con le spade laser è puramente casuale. Notare la statua di Uga, padre-padrone dell'Unione, che mostra un repertorio espressivo più interessante dell'attore che lo impersona.

Dogibus, scoraggiato, manda un uomo a cercare Zaldabar per chiedergli di sistemare una volta per tutte la faccenda del novello Che Guevara dello spazio. Il mentecatto prima temporeggia un po', vendendo abusivamente concessioni edilizie e trafficando in tabacco d'esportazione (non è una battuta, lo fa davvero), poi risponde alla chiamata del re con grande entusiasmo. E per "entusiasmo" intendo "arrapamento violento", visto che il sovrano in cambio gli darà la mano della figlia Maya, una principessa così bella che ti chiedi se abbiano drogato l'attrice con il Roipnol per farle accettare la parte.

Il capitano Karpal intanto continua a urlare nel megafono, tipo arrotino-ombrellaio spaziale, in cerca dell'uomo che abbiamo scoperto essere vivo. In uno dei pochi momenti in cui non sembra Mario Merola, Karpal rivela allo spettatore il suo più intimo segreto: egli è il figlio dell'Uomo che ha salvato il Mondo.
Un segreto così segreto che anche l'IA della nave lo sa e lo prende per il culo.




La sua nave incrocia quella di Zaldabar e i due si incontrano per la prima volta. Sgomento: sono gemelli. Il fatto che siano lo stesso attore certamente non aveva insospettito nessuno.
Il pirata spaziale rapisce la segretaria Milf dell'equipaggio, costringendo il capitano a un inseguimento con sportellate che nemmeno a Trapani nelle corse illegali fra Fiat Ritmo truccate.
La nave turca ha la peggio ed è costretta a un atterraggio di fortuna su, chi l'avrebbe mai detto, il pianeta Lunatica. Con la batteria esausta, il capitano parte alla ricerca di un'officina di riparazioni, opzione che dovrebbe essere probabile quanto sedurre Belen Rodriguez con una frog splash dalla terza corda. Eppure.


Zaldabar raggiunge il castello del re per conoscere la sua futura sposa, ma Maya è fuggita dalla reggia per raggiungere la zia, a quanto pare sposata con Gökmen da qualche anno. E qui anche il pubblico professionista di Un posto al sole inizia ad avere qualche giramento di testa.
Come avrà preso la notizia il figlio di Uga?

Vedendo come balla col sosia di Jonathan del Grande Fratello, direi piuttosto bene.

In un caso del destino che fa sembrare la trama media di Sailor Moon una serie di eventi cronologicamente plausibili, la regina Maya e Karpal si incontrano nello stesso autogrill (sic!). Sempre per combinazione, Karpal scopre l'intenzione di Maya di raggiungere Gökmen e la implora di portarlo con lei.
Maya all'inizio scambia il capitano per il suo gemello cattivo e lo tratta peggio di un filippino a un ritrovo della Lega Nord, poi, dopo una scena imbarazzante di cui preferisco non parlare, l'omino in tuta rossa convince la donna ad accompagnarlo.
Dopo un numero inquietante di ore su delle motorelle di cartone travestite da auto, il dinamico duo raggiunge il luogo in cui si nasconde Gökmen con la sua nuova famiglia. Ed è talmente una minaccia per l'equilibrio di Lunatica da vivere in povertà nei Sassi di Matera.



E uno si chiede: "Gökmen come si è salvato e ha raggiunto Lunatica?". Nino D'Angelo, volando fra le stelle, lo ha recuperato nel vuoto dello spazio, proteggendosi per giunta con una sola ridicola tuta d'acetato. E poi c'è chi ha il coraggio di dire che la roba fabbricata in Cina non sia di qualità.




Purtroppo, dopo una terribile lotta a suon di ceffoni contro le forze reali, l'Uomo che salvò il Mondo è stato messo sotto ghiaccio per evitare che morisse a causa dalle ferite subite. Sì, non in stasi criogenica, proprio in un blocco di ghiaccio.
Segue momento di commozione fra Karpal e il papà surgelato Findus. Seguono nostri sbadigli.
Ma è finito il momento del cazzeggio emotivo, ché Zaldabar ha scoperto il nascondiglio di Gökmen e attacca con tutta le sue truppe d'assalto, formate da una dozzina di pupazzi usciti dai Power Rangers e tre prostitute robotiche vestite di latex e pelle.
Vien da sé che Karpal e compagnia di pezzenti, davanti a tale dispiegamento di uomini da parte dell'avversario, venga umiliato che nemmeno il portiere di una partita di tedesca ai giardini.

Maya viene acciuffata da Zaldabar e preparata per il futuro matrimonio. Il capitano, dopo la sua dose di calci in culo obbligatoria per contratto, ovviamente non può stare là con le mani in mano e godersi la pensione come qualsiasi persona assennata, no.
Durante il matrimonio si oppone (sì, dice proprio «Mi oppongo». No no, bravi, continuate pure a illudere futuri mariti incastrati che c'è davvero la possibilità succeda) e dichiara a tutti i partecipanti che Zaldabar è, come lui, figlio dell'Uomo che ha salvato il Mondo. Zaldabar si commuove e capisce di aver sbagliato, mentre il patrigno Uga no, altrimenti pareva brutto finirla senza un po' di sganassoni.

Durante lo scontro Zaldabar - Darth Uga, veniamo a conoscenza dello stile di spada Jedi chiamato "Tarantella ubriaca".

E dopo? E dopo niente, vince la bontà, i fratelli si amano e la gente si sposa un po' a caso senza che siano andati neanche a prendere un caffè insieme.

Scorrono i titoli di coda e immagino non debba aggiungere commenti seri sulla pellicola, tanto trovate il film in lingua originale su Youtube se avete voglia di autoflaggellarvi.
Se non vi spiace, ora torno a mordicchiare un pastello.

Spargi il tuo Amore, condividi l'articolo

Post correlati

No Response to "La Space Opera turca che non ti aspettavi"

Posta un commento